Ballerine

Le scarpe ballerine rappresentano uno dei pochi capi intramontabili nel mondo della moda. Anche se il nome deriva dalle scarpe da ballo raso terra, oggi dopo essersi notevolmente evolute, possono essere calzate sul lavoro, per uscire con gli amici, e praticamente in ogni occasione.

Rese celebri da personaggi famosi del passato come la Bardot e Audrey Hepburn, le scarpe ballerine sono oggi calzate da un gran numero di stelle del mondo del cinema, della musica e della moda.

Le scarpe ballerine disponibili in commercio sono realizzate con una vasta scelta di materiali, colori, ricami, trame e immagini stampate.

Sabot

I sabot (pron. "sabò", in patois francoprovenzale di Ayas, tsabò o tsôque) sono calzature in legno tipiche della Valle d'Aosta, e in particolare dell'alta val d'Ayas.

In passato, data la durezza del legno, venivano indossati con spesse calze di lana per prevenire la formazione di vesciche ai piedi.

Ancora oggi, specialmente nell'ambiente ospedaliero, sono utilizzati sabot di vari colori con la punta arrotondata. Al posto del legno viene utilizzata la gomma che, essendo abbastanza morbida, permette di indossare le comuni calze di cotone.

Storia
Di antica e sconosciuta origine esse venivano realizzate in Belgio ed Olanda, nella zona del Massiccio del Giura, lungo i Pirenei e più in generale nella Francia settentrionale oltre alla Valle d'Aosta. Esemplari quasi identici si ritrovano nell'Encyclopédie di Diderot. Pochissimi possedevano i souliers, utilizzati solo in occasioni particolari come la compilazione della lista delle nozze o al matrimonio stesso.

Si usava lavorare in due, uno era dedito alla parte interna l'altro a quella esterna. Si riuscivano a realizzare dodici paia di sabot al giorno, nel 1894 costavano 8,5 / 9 Lire - 6 / 6,5 Lire (a seconda della misura media o grande), che corrispondono a 48000 e 34000 Lire. Il pino cembro e il sapin venivano preferiti al pino silvestre che procurava dolori al piede.

Nel XIX secolo le modifiche operate da Borbey di Aosta nelle macchine che producevano i sabots permise un aumento della produzione, ma la domanda calò dal 1950 in poi, preferendo stivali e scarpe in gomma. In tempi recenti, artigiani realizzano i Tsoquin, sabot che si vendono come souvenir.

I sabotier

Strumenti del sabotierIl sabotier (pron. "sabotié") è l'artigiano che produce i sabot. Una volta il legno veniva scavato "a mano e scalpello", mentre oggi ci sono le frese che li producono in serie a partire da un modello.

Su un cartchôt, un particolare cavalletto, si taglia il tronco a seconda della lunghezza voluta per il sabot. Si ricavano così due grossi pezzi di legno che vengono immediatamente sgrossati con un piolet, ossia un'accetta. A questo punto il lavoro si sposta sul banc di tsôque, il banco di lavoro, dove si continua a dare forma alla calzatura: questo passaggio si chiama échapolà. È ora possibile scavare la parte interna del sabot mediante una Travéla, un succhiello con punta a vite a cui si imprime un movimento rotatorio. Questa fase, contrariamente a quanto si può pensare, è la parte più semplice del lavoro. Malgrado ciò, non era raro che gli apprendisti bucassero la parte anteriore dei loro primi sabot. Per le rifiniture nella parte interna si utilizza invece la lénguetta, uno scalpello a foglia. A questo punto si realizza il tallone e la punta con un coltello da banco. Per rifinire meglio l’esterno del sabot si usa l’inconfondibile coutél dè dove man, coltello a due mani, un attrezzo molto particolare che richiede anche un’apposita protezione, la pétsa, un semplice pezzo di legno legato alla vita con una correggia. Nell’ultima fase della lavorazione si modella gli orli dell’entrata mediante un coutel dréit, un coltello a lama fissa. I nuovi sabot vengono numerati con un créyón di tsôque, un’apposita matita. Infine, per rendere più robusta e durevole la calzatura, si fa passare del filo di ferro nell’orlo dell’entrata mediante un resséón di tsôque, un particolare seghetto.

Zatteroni

Gli zatteroni sono un tipo di calzatura, caratterizzati da una zeppa esageratamente alta, realizzata in sughero o rivestita dello stesso materiale di cui è costituita la scarpa.

Storia
Gli zatteroni affondano le proprie origini nella cultura giapponese, riprendendo lo stile delle caratteristiche geta, ed in quella romana, rappresentata dal coturno. Divennero particolarmente di moda negli anni settanta, nel periodo della musica disco, indossati da popolari cantanti come Elton John, David Bowie o Dave Evans, primo cantante degli AC/DC, e conobbero un revival a metà anni novanta, principalmente grazie alle Spice Girls.

Questioni mediche
Utilizzati, oltre che per ragioni estetiche, anche per aumentare la propria statura, l'utilizzo degli zatteroni è stato oggetto di critiche in quanto dannoso per la salute. Infatti l'utilizzo di tali calzature aumenta il rischio di prendere "storte", diminuendo la sensibilità del contatto fra il piede ed il terreno.

Tacco

Il tacco è una prominenza della suola della calzatura posta sotto al calcagno. La sua funzione principale è quella di aumentare l'equilibrio, ma vi sono anche ragioni estetiche, come quella di aumentare la statura o di dare slancio al polpaccio. Si trova applicato a: scarpe, stivali o sandali.

I materiali con i quali si realizza il tacco sono: cartone, recuperi del cuoio, plastica e gomma con la funzione di isolante. Gli strati sono incollati uno sopra l'altro. Il cartone è utilizzato perché è un materiale più economico e più leggero rispetto alla vera pelle. Se il tacco è realizzato in cartone, solitamente viene posto un penultimo strato di pelle e l'ultimo di gomma. Sia con un tacco di vero cuoio, che di cartone, la gomma è applicata all'ultimo strato, a contatto con il terreno, per proteggere la pelle e/o il cartone dall'umidità e dalla pioggia, assicurando una maggiore durata della scarpa.

Uomo
Nelle calzature maschili il tacco è generalmente basso, alto non oltre i 3 cm, con poche eccezioni. Può essere rinforzato con una placchetta metallica per evitare l'usura o per produrre rumore nel caso di alcuni tipi di danza come il tip tap o lo step. Negli stivali da cowboy oltre ad una maggiore altezza il tacco ha una forma particolare, inclinata in avanti verso la punta, per evitare di infilare lo stivale eccessivamente nella staffa col rischio di rimanervi incastrato.

Donna
I tacchi delle calzature femminili presentano tutte le altezze, da pochi centimetri fino agli 8 cm, con finalità estetiche: per ottenere l'effetto ottico di allungamento della gamba, dare risalto alla caviglia e maggior eleganza al piede. Ovviamente maggiore è l'altezza del tacco e minore è la stabilità della calzatura e la sicurezza dell'incedere.

Fra i tacchi alti vi sono anche i tacchi a spillo, che raggiungono fino a 17 cm di altezza e convergono su una molto piccola superficie di base (rinforzata a volte da dischi metallici alla base). La loro comparsa risale agli anni cinquanta ed è di origine italiana. Un loro primo uso è stato visto ai tempi di Luigi XIV.

Il punto più stretto della suola di una scarpa, posto tra la punta e il retro in prossimità del tacco, prende il nome di fiosso.

Calzatura antinfortunistica

La calzatura antinfortunistica definisce quel tipo di calzatura atta a proteggere il piede durante il lavoro.

Attualmente le calzature per essere considerate antinfortunistica devono essere marcate con il simbolo comunitario "CE" e riportare il numero della normativa internazionale secondo cui sono state testate. Normalmente le calzature antinfortunistica si suddividono in tre grandi categorie:

1.calzature di sicurezza, testate secondo la norma ISO 20345
2.calzature di protezione, testate secondo la norma ISO 20346
3.calzature da lavoro, testate secondo la norma ISO 20347
Esistono anche altre normative che regolano il settore delle calzature antinfortunistica, come ad esempio la EN 15090 per i Vigili del Fuoco.

Calzature di sicurezza
Hanno la peculiarità di presentare in punta un puntale rigido capace di resistere senza rompersi alla caduta di un peso di circa 20 chilogrammi (200 Newton) da 1 metro di altezza (200 Joule di energia trasmessa).

Calzature di protezione
Hanno la peculiarità di presentare in punta un puntale rigido capace di resistere senza rompersi alla caduta di un peso di circa 20 chilogrammi (200 Newton) da mezzo metro di altezza (100 Joule di energia trasmessa).

Calzature da lavoro
Hanno la peculiarità di non presentare in punta un puntale.

Caratteristiche comuni
Gli standard ISO 20345/20346/20347 riportano i requisiti base che una calzatura antinfortunistica deve soddisfare. La descrizione dell'esecuzione dei test è rimandato principalmente alla norma ISO 20344.

Scarpone da sci

Lo scarpone da sci è la calzatura che viene indossata dagli sciatori per agganciarsi agli attacchi degli sci. Nello sci alpino, lo scarpone necessita di grande rigidità per poter manenete ben bloccati i piedi dello sciatore.

I primi scarponi erano di cuoio, mentre adesso sono realizzati con una scocca esterna di materiale plastico, molto rigida, che presenta in punta e tallone un apposito scalino che ne permette l'aggancio agli attacchi da sci; la tomaia interna è rivestita di materiali come gommapiuma, schiuma plastica, velluto ecc., per offrire una calzata che si modelli perfettamente al piede, confortevole e calda.

Gli scarponi hanno dei sistemi di chiusura che permettono la perfetta aderenza a piede, tallone e tibia dello sciatore; sono realizzati con sistemi a tiranti o più comunemente con tre o quattro ganci.

Scarpette da arrampicata

Le scarpette da arrampicata sono delle scarpe appositamente studiate e disegnate per l'arrampicata libera e quella sportiva. A volte sono anche denominate varappe (dal termine francese per indicare la scalata, probabilmente derivato dal nome dato ad una conformazione rocciosa del monte Salève, nei pressi di Ginevra, ritrovo di arrampicatori alla fine del XIX secolo).

Per aumentare l'attrito, e quindi l'aderenza, con la parete che si sta scalando, le scarpette sono coperte in gran parte da uno strato di gomma liscia dello spessore di pochi millimetri e di morbidezza variabile a seconda dei modelli (ad esempio, una mescola morbida garantisce maggiore aderenza a scapito di una minore resistenza all'usura).

Agli albori dell'alpinismo e dell'arrampicata si scalava con scarponi e scarpe sportive, a volte anche con suola chiodata. Negli anni trenta il francese Pierre Allain ideò le prime scarpette speciali per arrampicata, denominate PA. In seguito vi furono evoluzioni dei modelli (il britannico Ellis Brigham diede il nome alle scarpette EB). I modelli utilizzati al giorno d'oggi sono evoluzioni di queste prime calzature.

Le scarpette hanno forme variabili, ed i modelli più tecnici sono realizzati in base al tipo di utilizzo e della difficoltà da affrontare in parete. Le scarpette con una forma curva molto accentuata sono definite in gergo "a banana"; quelle con degli elastici (o del velcro) al posto dei lacci prendono il nome di "ballerine"; alcuni modelli hanno un collo alto e sono generalmente utilizzati in montagna perché offrono una maggiore protezione del calcagno e dei malleoli. Tutto questo per poter rispondere alle esigenze di comfort degli arrampicatori, i quali, per poter aumentare la precisione sugli appoggi più piccoli, specie sulle vie di grado elevato, usano delle scarpette di una o due misure più piccole, aumentando così l'aderenza fra il piede e la tomaia (i calzini, di solito, vengono utilizzati solo in caso di condizioni meteo avverse o in montagna). Le scarpette sono in genere leggerissime e con uno spessore della suola, e della tomaia, di pochi millimetri. Tuttavia sono stati realizzati degli appositi modelli ibridi, con un tacco simile a quello di uno scarponcino e con la punta simile a quella delle scarpette tradizionali. Questi ultimi modelli vengono utilizzati nelle vie d'arrampicata molto lunghe, e consentono una discesa anche su sentiero (evitando quindi di portare il peso di un paio di scarponi nello zaino).